Bari, 23 luglio 2025 – Con la recente e significativa sentenza del Tribunale di Ravenna, datata 26 giugno 2025, si registra una possibile svolta nella giurisprudenza italiana sul tema del trasferimento d’azienda e, in particolare, sul diritto del lavoratore di opporsi al passaggio al nuovo datore di lavoro. Una decisione destinata a far discutere, che si colloca in netta controtendenza rispetto all’orientamento consolidato, aprendo scenari nuovi e più coerenti con le tutele previste dal diritto dell’Unione Europea.
La vicenda trae origine dal trasferimento di due rami d’azienda da BPER Banca a Gardant Bridge Servicing S.p.A., che ha coinvolto 116 lavoratori, 105 dei quali si sono opposti formalmente, rifiutando il passaggio e chiedendo la prosecuzione del rapporto con l’azienda cedente. Il Tribunale ha accolto i ricorsi, riconoscendo la validità del dissenso e affermando il principio secondo cui il lavoratore ha il diritto di scegliere il proprio datore di lavoro.
UGL Puglia: “Una vittoria di civiltà giuridica e sindacale”
“La sentenza del Tribunale di Ravenna rappresenta un passo avanti fondamentale verso una reale tutela della libertà contrattuale del lavoratore, troppo spesso sacrificata sull’altare delle esigenze aziendali e delle logiche di mercato” – commenta il Segretario Regionale UGL Puglia. – “Riteniamo che questa decisione contribuisca a riequilibrare un sistema che, fino ad oggi, ha imposto ai lavoratori trasferimenti coatti, spesso con la sola logica della compressione dei costi e dello svuotamento delle tutele.”
L’UGL Puglia esprime apprezzamento per l’impostazione del Tribunale, che ha saputo leggere l’art. 2112 del Codice Civile alla luce delle direttive comunitarie, in particolare della direttiva 2001/23/CE, valorizzando finalmente il principio di volontarietà del passaggio e il diritto di autodeterminazione del lavoratore.
Stop alle esternalizzazioni “di comodo”
“Troppo spesso assistiamo a operazioni di esternalizzazione che hanno come unico obiettivo quello di liberarsi dei lavoratori o depotenziare la contrattazione collettiva, svuotando interi reparti e depotenziando l’identità aziendale” – prosegue il Segretario UGL. – “Questa pronuncia dà un chiaro segnale alle imprese: i lavoratori non sono ‘pacchi’ da trasferire senza consenso e senza tutele. Sono soggetti di diritto, non oggetti d’impresa.”
Nel caso specifico, la sentenza ravennate ha riconosciuto come la cessione si fondasse su rami d’azienda privi di reale autonomia funzionale, con un valore patrimoniale residuale, di fatto incentrata sulla sola manodopera. L’opposizione della quasi totalità dei lavoratori ha evidenziato la natura forzosa e strumentale dell’operazione, portando il giudice a concludere che non vi fosse alcuna effettiva cessione d’azienda ai sensi di legge.
Verso una nuova stagione di tutela
L’UGL Puglia auspica che questa interpretazione venga recepita anche da altre sedi giudiziarie e fatta propria dal legislatore, così da consolidare un modello di relazioni industriali fondato sul rispetto della persona, dei diritti contrattuali e della dignità del lavoro.
“Siamo pronti a sostenere ogni lavoratore pugliese che intenda far valere il proprio diritto a non essere ceduto come merce, e chiediamo al Governo di intervenire con urgenza per colmare il vuoto normativo che ha finora lasciato troppe zone grigie in materia di trasferimenti d’azienda” – conclude il Segretario Regionale UGL Puglia.
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