Bari, 18 settembre 2025 – Con una decisione che segna un punto di svolta nel settore dei call center, il Tribunale del Lavoro di Trani ha accolto il ricorso presentato da UGL Telecomunicazioni, SLC CGIL e FISTEL CISL Puglia contro Network Contacts, dichiarando illegittima e antisindacale la condotta dell’azienda, colpevole di aver imposto dall’alto – a partire da febbraio 2025 – il cosiddetto CCNL BPO in sostituzione del Contratto TLC.

 

Il giudice Marco Sabino Loiodice ha chiarito che i contratti collettivi non sono merce di scambio da applicare unilateralmente, ma strumenti da difendere e condividere con le organizzazioni rappresentative dei lavoratori. Nessuna scorciatoia, nessun atto di forza può cancellare la titolarità sindacale né i diritti acquisiti. Da subito Network Contacts è obbligata a sospendere l’applicazione del CCNL BPO, in attesa di un confronto vero e trasparente con i sindacati.

 

Questa sentenza, la prima in Puglia su un caso di “contratto pirata”, rappresenta un duro colpo a chi tenta di indebolire le tutele dei lavoratori per inseguire logiche di dumping contrattuale, aprendo alla concorrenza al ribasso sulle spalle di chi lavora nei call center, spesso in condizioni di precarietà cronica.

 

«Abbiamo gridato per mesi che i diritti non si calpestano e oggi il tribunale ci ha dato ragione. Questa decisione segna un precedente che impedisce a chiunque di forzare la mano e imporre contratti al ribasso. È una vittoria dei lavoratori, e dimostra che la strada della mobilitazione e della difesa unitaria paga», dichiara Francesco Russo, Segretario Regionale UGL Telecomunicazioni Puglia.

 

Sul risultato interviene anche il Segretario UGL Puglia, Marcello Fazio, che rilancia il messaggio di lotta e resistenza:

 

«Questa sentenza è una bastonata a chi pensava di usare i lavoratori come carne da macello. È il segnale che la dignità non si compra e non si baratta con contratti spazzatura firmati da sigle non rappresentative. Difendere il CCNL TLC significa difendere pane, lavoro e futuro: la base minima sotto la quale nessuno deve scendere. Il dumping contrattuale è la vera arma di distruzione del mondo del lavoro e oggi, almeno in Puglia, abbiamo eretto un argine che difenderemo ad oltranza. Ai lavoratori diciamo: resistere paga, lottare porta risultati. Questa battaglia è stata vinta, ma la guerra per il rispetto e la dignità del lavoro continua, noi siamo e saremo in prima linea».