L’INAIL Puglia ha diffuso i dati sugli infortuni e sulle morti sul lavoro nei primi sette mesi del 2025, confermando uno scenario critico per la sicurezza in regione. Le denunce di infortunio hanno raggiunto quota 16.391, mentre i decessi sul lavoro sono saliti a 38, con un incremento dell’11,76%. La Puglia resta tra le regioni più colpite, con un’incidenza di 15,3 vittime ogni milione di occupati, al di sopra della media nazionale.
I settori più colpiti dagli infortuni mortali sono industria e servizi (suddivisi tra industria in senso stretto, artigianato e terziario), nonché agricoltura ed edilizia. Tra le province, Bari è quella con il maggior numero di vittime in valore assoluto (10 nei primi cinque mesi), mentre Brindisi presenta l’indice di mortalità più alto (38,7), seguita dal capoluogo regionale e da Foggia.
Le denunce di malattie professionali hanno superato le 59.857 unità, con una crescita del 25,5% rispetto all’anno precedente.
Il Segretario UGL Puglia, Marcello Fazio, commenta:
“Questi numeri certificano un’emergenza che rischia di diventare cronica. Serve un radicale cambiamento nelle politiche di prevenzione, con investimenti veri e duraturi sulla sicurezza, specie nei settori maggiormente a rischio. Va superata la logica del risparmio che mette a rischio la vita delle persone: la competitività non può gravare sulla salute dei lavoratori. UGL rivendica con forza interventi strutturali, l’applicazione rigorosa delle norme e – soprattutto – l’intensificazione dei controlli da parte di tutte le autorità ispettive competenti. È necessario rafforzare la presenza e la capacità d’intervento degli organi di vigilanza, costruire una nuova cultura della sicurezza che coinvolga imprese e lavoratori e, soprattutto, tutelare davvero il diritto alla vita e al lavoro”.
I dati presentati restituiscono l’immagine di una regione in cui troppo spesso la sicurezza sul lavoro viene vissuta come un costo e non come un investimento, con conseguenze drammatiche per lavoratori e famiglie
UGL Puglia sottolinea l’urgenza di maggiori ispezioni, risorse per la prevenzione e una formazione di qualità rivolta anche a giovani, stranieri e occupati nelle piccole realtà imprenditoriali.