Bari, 24 ottobre 2025 – In Puglia, il 2025 segna un allarme sempre più grave sul fronte delle crisi aziendali: lo testimonia il netto aumento delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti che, nei primi sei mesi dell’anno, hanno toccato quota 323 procedure nei tribunali pugliesi, con un incremento del 17% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questa crescita interessa trasversalmente le province, con Bari in testa ma una diffusione ampia che coinvolge tutta la regione, manifestando un trend ormai strutturale e non più circoscritto a singole aree. ​

Le cause di questa situazione sono molteplici: le imprese faticano ad accedere al credito e a reperire liquidità, i costi dell’energia restano elevati e imprevedibili, l’incertezza legata al contesto geopolitico e alle politiche protezionistiche globali appesantisce ulteriormente le prospettive. A tutto ciò si aggiungono la perdita di fiducia di famiglie e imprese, la riduzione del potere d’acquisto dei consumatori (che colpisce in modo particolare il commercio pugliese) e un clima generale di attesa e insoddisfazione rispetto agli investimenti e alle scelte strutturali di rilancio. ​

In questo contesto già delicato, le dichiarazioni e le preoccupazioni espresse dal Segretario Regionale UGL Puglia, Marcello Fazio, danno voce a una diffusa inquietudine sindacale. Fazio sottolinea come la Regione stia scivolando verso una condizione di cronica precarietà: “ogni liquidazione giudiziale e ogni chiusura aziendale è la storia di famiglie che perdono reddito e dignità, per colpa di una politica troppo spesso attendista e incapace di intervenire tempestivamente con soluzioni strutturali. La politica è colpevole rispetto ad una scarsa visone di prospettiva, rispetto alla quale sono convinto non si sia fatto nulla neanche nella direzione dell’attrazione degli investimenti e della tutela del patrimonio produttivo già presente. Ma le colpe, come evidente, sono diffuse e da imputare anche ad un sistema di credito che non permette la liquidità necessaria per rilanciare, riconvertire i processi produttivi delle aziende in difficoltà”.

L’urgenza, conclude il Segretario UGL, sta nel ripensare politiche di tutela, rilancio e protezione sociale, per evitare che la crisi delle imprese si trasformi in una crisi irreversibile della coesione e della giustizia sociale regionale. “Senza un cambio di passo che metta al centro il lavoro stabile, la dignità ed un Piano Industriale per la Puglia, rischiamo si consolidi un modello di sviluppo fondato sulla precarietà, sulla marginalizzazione di ampie fasce di cittadini, soprattutto giovani e donne, e sulla desertificazione produttiva”.

Così, la fotografia della crisi pugliese nel 2025 è quella di una Regione in difficoltà ma ancora in cerca di soluzioni: l’attenzione del sindacato resta puntata sulla necessità di offrire risposte concrete a lavoratori, famiglie e imprese, per non condannare il sistema produttivo locale a una frattura generazionale e sociale sempre più profonda.