Il Segretario Regionale: “Anno difficile alle spalle, serve una svolta strutturale per il futuro”

Bari, 29 dicembre 2025 – “Mentre ci avviamo a chiudere il 2025 e a guardare alle sfide del nuovo anno, è doveroso tracciare un bilancio sincero della situazione economica e occupazionale della Puglia, che purtroppo delinea un quadro allarmante e non può più essere affrontato con misure emergenziali o proclami elettorali”. Lo dichiara Marcello Fazio, Segretario Regionale UGL Puglia, analizzando i dodici mesi appena trascorsi e le prospettive per il 2026.
“Il 2025 si chiude con dati che pesano come macigni sulla coscienza di tutti noi: 41 morti sul lavoro da gennaio ad agosto, 75 denunce di infortuni ogni singolo giorno, 40 vertenze aperte che coinvolgono 30.000 lavoratori, oltre 11.600 posti di lavoro a rischio immediato e un aumento del 23% delle malattie professionali. Dietro questi numeri non ci sono semplici statistiche, ma famiglie, territori e un sistema produttivo che rischia lo smantellamento definitivo. L’elezione del nuovo Presidente Decaro rappresenta certamente un momento di svolta istituzionale dopo la lunga stagione Emiliano, ma le sfide che attendono la nuova amministrazione sono titaniche e richiedono una discontinuità radicale nell’approccio alle politiche del lavoro e industriali”, prosegue Fazio.
“La tragedia degli infortuni sul lavoro è semplicemente inaccettabile per una regione che vuole definirsi moderna ed europea. Bari e Brindisi guidano questa triste classifica con 13 e 10 vittime, mentre il settore della sanità e dell’assistenza sociale conta oltre 2.300 denunce d’infortunio, pagando il prezzo di carenze organiche croniche e carichi di lavoro insostenibili. Non si tratta di fatalità, ma delle conseguenze dirette di un sistema che ha tollerato per troppo tempo precariato diffuso, subappalti a cascata, carenza di controlli e condizioni di lavoro spesso al limite della sostenibilità. La prevenzione e la sicurezza non possono continuare ad essere trattate come voci di bilancio sacrificabili o capitoli da affrontare solo dopo le tragedie”, denuncia il Segretario UGL.
“Sul fronte delle crisi industriali, la Puglia si conferma sesta regione italiana per ore autorizzate di cassa integrazione, con dinamiche territoriali profondamente diversificate che raccontano una regione a più velocità. Se da un lato registriamo riduzioni significative in province come Bari, con un calo del 39,4% e oltre 3,7 milioni di ore, e Lecce con un meno 40,9%, dall’altro assistiamo a un’esplosione drammatica del ricorso agli ammortizzatori a Foggia, con un aumento del 119% che colloca la provincia al decimo posto nazionale per variazione. Il caso Natuzzi è emblematico di un’industria manifatturiera che sopravvive solo grazie agli strumenti di sostegno pubblico: 1.800 lavoratori coinvolti negli ammortizzatori e 600 esuberi temporaneamente evitati con la proroga della cassa integrazione fino al 31 dicembre. Ma cosa succederà il primo gennaio 2026? Questa è la domanda che assilla centinaia di famiglie pugliesi”, sottolinea Fazio.
“Dall’ex Ilva di Taranto alla chimica di Brindisi, dall’automotive del Barese all’aerospace e alla cantieristica, stiamo assistendo allo smantellamento sistematico di presidi industriali su cui abbiamo investito per decenni. I tribunali pugliesi hanno registrato 323 procedure di liquidazione giudiziale e fallimenti nel primo semestre 2025, con un incremento del 17% rispetto allo stesso periodo del 2024. Non possiamo continuare a gestire le emergenze senza una visione di politica industriale di lungo periodo. Il programma del Presidente Decaro parla di transizione dalla logica del mero incentivo alla politica industriale integrata, di orientamento verso filiere strategiche come aerospazio e meccanica. Bene, ma servono tempi rapidi e risorse concrete, perché i lavoratori e le imprese non possono aspettare altri anni di studi e tavoli tecnici”, incalza il Segretario regionale UGL.
“Certo, la Regione può vantare oltre 1,3 milioni di occupati e previsioni ottimistiche di 150.000 assunzioni entro il 2028, con settori come ICT, sanità privata, edilizia, ristorazione e logistica che dovrebbero trainare la domanda. Ma come UGL abbiamo espresso e continuiamo ad esprimere forti dubbi sulla sostenibilità reale di queste previsioni, considerando che l’automazione, l’intelligenza artificiale e i processi di delocalizzazione stanno già modificando profondamente il mercato del lavoro e il turnover occupazionale. E soprattutto, dobbiamo chiederci: che qualità di lavoro stiamo offrendo ai nostri giovani? Il Rapporto Svimez 2025 ci restituisce un dato drammatico che è il vero termometro della qualità del nostro sistema economico: 19.000 laureati under 34 hanno lasciato la Puglia dal 2023 in cerca di condizioni migliori al Nord o all’estero. Questo è il risultato di un modello fondato su stipendi bassi, contratti precari e prospettive limitate. La vittoria della Puglia davanti alla Corte Costituzionale sul salario minimo di 9 euro è importante e rappresenta un segnale di civiltà giuridica, ma è solo un primo passo verso la dignità salariale che non può sostituire una strategia complessiva di valorizzazione del lavoro”, evidenzia Fazio.
“Mentre ci prepariamo ad affrontare il 2026, chiediamo al Presidente Decaro e alla sua giunta di passare immediatamente dalle promesse elettorali ai fatti concreti. Serve un piano industriale straordinario che tuteli i settori strategici impedendo dismissioni selvagge e garantendo riconversioni sostenibili con salvaguardia occupazionale, che investa massicciamente in sicurezza sul lavoro aumentando controlli, ispettori e sanzioni severe contro chi continua a lucrare sulla pelle dei lavoratori, che stabilizzi finalmente il lavoro contrastando il precariato strutturale e i contratti pirata che deprimono salari e diritti, che trattenga i nostri talenti creando opportunità concrete per laureati e giovani qualificati anziché costringerli all’emigrazione forzata, e che semplifichi davvero l’accesso agli incentivi passando dalla logica burocratica a una vera politica industriale integrata, come promesso nel programma. La Puglia non può permettersi altri anni di gestione emergenziale e di politiche che inseguono le crisi anziché prevenirle. I lavoratori pugliesi meritano rispetto, tutele concrete e prospettive di futuro. L’UGL Puglia sarà al loro fianco nel 2026 con determinazione e spirito critico, per pretendere quello che non è una concessione ma un diritto fondamentale: un lavoro sicuro, stabile e dignitosamente retribuito. Questo è l’augurio che facciamo alla nostra regione per il nuovo anno, con la consapevolezza che solo un impegno collettivo e coraggioso potrà invertire questa rotta pericolosa”, conclude Marcello Fazio.